MENINGIOMA: SINTOMI, DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Con il Professor Domanico Servello, neurologo e neurochirurgo, parliamo di Meningioma: dai SINTOMI, alla DIAGNOSI ed al TRATTAMENTO. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Il meningioma è un tumore generalmente benigno (90% dei casi) a crescita lenta. Rappresenta il 15% dei tumori cerebrali e il 25% dei tumori spinali. Nel 90% dei casi sono tumori intracranici e di questi, il 90% cresce sopra al tentorio. Può insorgere a qualunque età ma si riscontra più comunemente tra i 40 e i 60 anni. Prevale nelle donne con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi. Ha origine dalle dura madre (membrana che riveste il cervello ed il midollo spinale) e crescita extracerebrale: il cervello viene quindi spostato e compresso dall’esterno. Nel 7% dei casi è atipico, con maggiore rischio di recidiva e crescita più rapida e nel 3% maligno, con crescita rapida ed invasione dei tessuti adiacenti. Poiché generalmente cresce lentamente può raggiungere anche notevoli dimensioni prima di dare dei sintomi e molte volte rimane asintomatico per tutta la vita.
Professore Servello, quali sono i principali SINTOMI di questa patologia?
I sintomi di esordio dipendono ovviamente dalla sede del tumore e possono andare dalla cefalea ai disturbi del comportamento, dai danni ai nervi cranici (con problemi di vista od udito o dolori trigeminali) al deficit di forza a braccia o gambe, alle crisi epilettiche. I meningiomi maligni possono invadere l’osso e svilupparsi sotto la pelle. Questi ultimi possono anche dare metastasi ad altri organi (principalmente polmoni).
Come si effettua la DIAGNOSI di Meningioma?
La diagnosi viene fatta con la Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto. La TAC può evidenziare eventuali componenti calcifiche o l’invasione dell’osso. l trattamento è legato alla sede ed alle dimensioni del tumore nonché all’età del paziente.
Quali tipi di trattamento sono possibili per la cura del Meningioma?
In realtà dipende da diversi fattori che occorre tenere in considerazione; potremmo suddividerli così:
– Tumori di piccole dimensioni in sedi non eloquenti, spesso scoperte occasionali e asintomatici, vengono generalmente seguiti nel tempo con RM seriate per controllare eventuali crescite della lesione. La radiochirurgia può essere il trattamento di scelta per le neoplasie localizzate in sedi difficilmente raggiungibili , come il basicranio, e di dimensioni inferiori ai 3 centimetri. Si tratta di una procedura che consente di indirizzare elevate dosi di radiazione solo sulla lesione, risparmiando i tessuti sani circostanti. Può anche seguire la chirurgia quando la sede della lesione rende difficile la radicalità per il rischio di deficit neurologici. Ovviamente la guarigione non è definitiva: la procedura mira ad arrestare la crescita della neoplasia
– Normalmente per le lesioni sintomatiche la prima scelta è la chirurgia. I tumori superficiali sono ovviamente più facilmente accessibili ed è più probabile la radicalità dell’asportazione, anche con la base di impianto, ciò che rende la guarigione definitiva.
Per i tumori situati in sedi profonde, inglobanti strutture vascolari o nervose, si può optare per una asportazione parziale, comunque la più ampia possibile, facendo seguire un trattamento radiochirurgico.
L’intervento viene eseguito in visione microscopica attraverso uno sportello nell’osso che al termine della procedura viene riposizionato. Si isola progressivamente la capsula del tumore dal parenchima cerebrale adiacente e si riduce progressivamente la lesione spesso con I’aiuto dell’aspiratore ad ultrasuoni. Particolare attenzione va posta a liberare vasi o nervi che possono essere adesi alla capsula o addirittura essere inglobati dal tumore. Quando l’intervento è stato radicale il paziente va seguito nel tempo con la risonanza magnetica con il contrasto ed in genere non sono necessari ulteriori trattamenti. In caso contrario il residuo può essere semplicemente controllato nel tempo o si può optare per una trattamento di radiochirurgia. Se il meningioma è atipico o maligno può esssere necessaria la radioterapia tradizionale e la chemioterapia.
Professore, in ogni caso possiamo affermare che difronte ad un problema di questo genere, sempre e comunque delicato data la sede in cui si sviluppa, è fondamentale affidarsi a mani esperte. In conclusione, cosa vogliamo consigliare ai nostri lettori per un’attenta scelta del professionista a cui rivolgersi?
Bella domanda! Per prima cosa mi sento di consigliare di prestare la massima attenzione a ciò che si propina sul web. Si può trovare davvero di tutto; migliaia di “pubblicità che gridano vendetta”. In questi casi, come in molti altri nel nostro campo, è fondamentale approfondire il curriculum, in particolare la formazione, la scuola di provenienza; ci sono alcune strutture di eccellenza che costituiscono generalmente un buon biglietto da visita. Ovviamente non basta. L’esperienza sul campo è fondamentale, ma non sono solo i numeri a parlare: la reputazione che attraverso le testimonianze dei pazienti si forma attorno al professionista ed al centro in cui opera occupano un posto di non minore importanza. E poi, resta fondamentale l’empatia, il rapporto di fiducia che si crea tra medico e paziente che è esso stesso parte della cura. Da non dimenticare, infine, che nella vita come in qualunque circostanza, il fattore “fortuna” gioca sempre il suo ruolo!
Intervista a cura di Veronica Carlino; Ospite il Prof. Domenico Servello, Resp. Neurochirurgia Funzionale all’IRCCS – Istituto Ortopedico Galeazzi; Casa di Cura La Madonnina, Resp. Servizio di Neurologia e Neurochirurgia Check-Up Centre – https://www.topdoctors.it/dottor/domenico-servello