CRIOSAUNA/BAGNI GHIACCIATI:DIFFERENZE?
Già Ippocrate li prescriveva contro dolore e infiammazione; i romani amavano il Frigidarium come tappa immancabile del percorso termale; nell’Europa del Nord è sempre stato uso comune nuotare in acque gelide; in Giappone invece è una pratica dai connotati più moderni e tecnologici che si segue da oltre mezzo secolo con sistemi evoluti che consentono maggiore controllo e sicurezza.
Diamo ormai per assunti tutti i benefici della terapia del freddo, https://www.checkupcentre.it/crioterapia-sistemica-o-locale-la-cura-del-freddo-in-medicina-riabilitativa-ed-estetica/ ,tuttavia, oggi, vogliamo sottolineare come sia importante non affidarsi al “fai da te” né a facili improvvisazioni e comprendere quali limiti l’innovazione tecnologica ha portato a superare rispetto all’epoca greco-romana!
Crioterapia sistemica o bagni di ghiaccio: quali differenze?
La criosauna sistemica consente di raggiungere temperature molto più basse rispetto alle “immersioni” in acqua ghiacciata riducendo il rischio di procurare ustioni cutanee; innesca inoltre una risposta sistemica (in tutto il corpo) molto più profonda ed efficace. Vediamo perché.
Durante i 15–20 minuti di bagno nel ghiaccio il freddo umido prodotto dall’acqua gelida (tra i 10° C e i 15° C) a contatto con la pelle ne determina quasi il congelamento con conseguente paralisi dei muscoli che perdono momentaneamente la propria capacità contrattile. Dovrà seguire quindi un certo lasso di tempo per riacquisire le normali funzioni, e l’organismo necessiterà di riposo dopo il trattamento. In linea generale, dal momento in cui si sottopongono al bagno di ghiaccio, ad esempio, gli atleti, non potranno riprendere l’allenamento prima del giorno seguente.
Al contrario, la criosauna non crea congelamento, ma si limita ad una potente illusione di congelamento in soli 2-3 minuti e già dopo 5-10 minuti dal trattamento è possibile, per l’atleta, riprendere l’allenamento o addirittura gareggiare sfruttando la rinnovata energia che lo accompagnerà per tutto il giorno ed i giorni a seguire.
“Quando la cute viene a contatto con il freddo secco prodotto dall’azoto liquido l’immediata vasocostrizione che ne deriva invia un forte messaggio all’ipotalamo che, nel nostro cervello, controlla il sistema immunitario. L’Ipotalamo reagisce con una vasodilatazione sistemica che determina un potenziamento della circolazione sanguigna. Il sangue, più ossigenato, purifica i nostri tessuti, riattiva il nostro sistema immunitario ed allontana i mediatori chimici di fatica, dolore, infiammazione e delle varie malattie sistemiche” (Prof. U. Tirelli)
In altre parole, le reazioni dell’organismo alle temperature criogeniche (-130°C -190°C) raggiunte nella criosauna sono totalmente diverse da quelle prodotte dall’immersione in un bagno di ghiaccio. La principale differenza risiede nel fatto che il corpo umano, immerso in un bagno di ghiaccio, è costretto ad un graduale raffreddamento per cui tende, man mano, a riscaldare quanto più sangue possibile per inviarlo alle zone periferiche al fine di riscaldare pelle e tessuti esterni.
In altri termini, il corpo immerso in un bagno di ghiaccio reagisce non ad un “falso allarme” di congelamento ma ad un vero e proprio inizio di congelamento. Il processo continua per garantire al corpo un calore sufficiente per mantenere calde anche le parti periferiche. Quando il calore non è più sufficiente i muscoli iniziano a congelarsi a partire dalla pelle fino a raggiungere le parti più profonde. Praticando la terapia dell’acqua fredda, la temperatura corporea quindi potrebbe continuare a scendere anche dopo essere usciti dall’acqua, aumentando il rischio di ipotermia; il processo avviato, infatti, non è di facile arresto e può portare a conseguenze perfino estreme.
Al contrario, all’intero della criosauna con una temperatura di -130° C/-190° C la pelle raggiunge i -1° C in meno di 30–40 secondi. Il segnale inviato dai ricettori al cervello relativo alla condizione ambientale è talmente potente che esso reagisce immediatamente senza preoccuparsi di mantenere calde le zone periferiche. I vasi sanguigni e i capillari subiscono una rapida vasocostrizione volta a impedire che la temperatura al centro del corpo diminuisca avviando così i processi sopra descritti, tra cui l’arricchimento del sangue e la sua concentrazione verso gli organi interni grazie anche all’incremento della pressione sanguigna.
Tutto questo, ovviamente non succede nel bagno di ghiaccio durante il quale si verifica l’interruzione del rifornimento di ossigeno alla pelle con conseguenti possibili lesioni che possono causare malattie se la procedura viene ripetuta con frequenza.
Lungi dal demonizzare una pratica antica, economica ed in uso da secoli, l’intento è di contribuire ad un’informazione puntuale e scientificamente corretta così da farne un uso più consapevole evitando il “fai da te” ed affidandosi in ogni caso a personale qualificato ed esperto.
Ci viene però da chiedere: “Potendo scegliere, perché non optare per trattamenti avanzati in grado di massimizzare i benefici e garantire standard di sicurezza maggiori?”
Estratto Intervista al Prof. U. Tirelli a cura di Valentina Arcovio – Messaggero 18-09-2020 https://www.umbertotirelli.it/2020-09-18-Tirelli-il-Messaggero-Roma.pdf