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Perché il tuo dolore al tendine non passa?

Perché il tuo dolore al tendine non passa?

Le patologie tendinee sono molto frequenti e riguardano spesso individui attivi che praticano sport. Basti pensare che una delle più comuni, la tendinopatia Achillea, colpisce il 9% dei runners ogni anno. Le tendinopatie si presentano come delle lesioni dei tessuti molli, spesso visibili tramite imaging ecografico, accompagnate da dolore eccessivo in risposta agli stress meccanici. Ne consegue l’incapacità di eseguire i compiti funzionali richiesti dalle attività fisiche che siano sportive o meno, delineando la tipica condizione patologica carico-dipendente. Il paziente riporta dolore localizzato e rigidità percepita nel tendine coinvolto, soprattutto dopo un periodo di inattività, come quando ci si alza al mattino. L’incapacità di trasferire la forza in maniera efficace sembra essere l’elemento comune in tutte le tendinopatie e questo compromette a lungo andare il controllo motorio del sistema nervoso centrale sulle attività. Per questo i soggetti con sofferenza tendinea sviluppano deficit propriocettivi, riducendo la quantità e la qualità di movimento articolare andando ad inficiare il gesto sportivo o funzionale e ad allungare i tempi di recupero. Troppo spesso invece la gestione di una tendinopatia non è ottimale e viene perso del tempo con la somministrazione di terapie passive, di dubbia efficacia scientifica, forse utili solo in una prima fase iniziale della patologia. La fisioterapia muscoloscheletrica e la gestione dei carichi vengono così iniziate tardivamente. E quindi perché portarsi dietro questo tipo di cure per tanti mesi? Il disagio e la preoccupazione che questa condizione comporta in chi ne è affetto, richiede un intervento tempestivo efficace che non faccia sviluppare sul lungo periodo paure e insicurezze, che a volte invece sono presenti nel campo da gioco per gli atleti e nei compiti relativamente banali per gli individui più sedentari. Tutto questo si riflette sulla psiche di questi soggetti, andandone a minare la qualità della loro vita. La letteratura scientifica ci dà risposte chiare in merito, raccomanda, infatti, come unica forma veramente efficace di cura per il tendine, l’esercizio terapeutico, capace di ricondizionarlo al carico.

La corretta gestione dei carichi infatti permette di conferire alla struttura una maggiore tolleranza delle attività quotidiane e delle prestazioni sportive. Queste situazioni comportano picchi di forza improvvisa che un tessuto non ottimale dal punto di vista funzionale, mal sopporta. Di contro, l’aumento della forza eccentrica del muscolo permette di generare risposte propulsive ottimali, che risultano essere protettive nello sviluppare le lesioni. La riabilitazione però non si ferma soltanto all’aumento di forza e alla gestione dei carichi ma un’altra tipologia di esercizio terapeutico che si prende in considerazione è quello propriocettivo, che ristabilisce il controllo del sistema nervoso centrale rispetto al gesto motorio, avendo quest’ultimo subìto delle modifiche qualitative. È importante, infatti, porre l’accento sulla qualità del movimento anch’esso protettivo rispetto allo sviluppare futuri infortuni. È doveroso però ricordare che non tutti gli esercizi e le forme di allenamento sono uguali e non tutte le loro posologie possono essere standardizzate. Ogni persona ha infatti bisogno di stimoli diversi a seconda della proprie caratteristiche anatomo-funzionali e delle richieste di aiuto che rivolge al clinico in base ai propri obiettivi. Per questo motivo, la continua valutazione funzionale accompagna costantemente l’intero processo riabilitativo di recupero di un tendine. E’ il giusto dosaggio dell’esercizio terapeutico infatti a comportare il miglioramento funzionale senza il rischio di incorrere in inutili sovraccarichi, in base a quelle che sono le richieste di carico meccanico e di controllo motorio da affrontare nelle attività. L’esercizio terapeutico basato sul carico e sul riadattamento motorio è attualmente raccomandato per la gestione di tutti i tipi di tendinopatia e viene considerato dalla letteratura scientifica l’intervento più Evidence-Based. Certo è che la risoluzione del problema non è immediata ed occorre ragionare in termini di lungo periodo e un giusto programma riabilitativo può essere la scelta definitiva e determinante per il superamento della tendinopatia.

A cura del Dr. Luca De LeoFisioterapistaCheck-Up Centre